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Album Review: Moondog: More Moondog/The Story Of Moondog (PRESTIGE)


La musica di Moondog rappresenta un caso atipico di avanguardia popolare. Louis Thomas Hardin (questo era il vero nome di Moondog) era un oscuro sperimentatore dei lofts di Manhattan che nella meta' degli anni Cinquanta venne messo sotto contratto dalla Prestige che pubblico' i primi suoi tre album. La musica di Moondog era in sostanza una variante umile e dimessa di quella del maestro Harry Partch. "More Moondog" (Prestige 1956) e "The Story Of Moondog" (1957) sono, rispettivamente, il secondo e terzo album di Hardin, che poi furono ri-registrati per la Columbia negli anni Sessanta. Tutti i brani di Moondog presentano una forte impronta percussiva e sono spesso realizzati con strumenti autocostruiti dallo stesso autore. Capolavori di questa avanguardia naif sono "Hardshoe", un tip-tap per battimano, "Seven Beat Suite", una mini sinfonia per percussioni, i tre brani per "Oo Solo", strumento a percussione simile alla kora giapponese, "Chant", una danza pellerossa; gli adattamenti di musica barocca di "Oboe Round" e "Organ Rounds" e le polifonie rinascimentali di "All Is Loneliness". Notevoli sono pure le improvvisazioni per solo pianoforte: "Tugboat Toccata", il ragtime di "Fiesta Piano Solo" e l'impressionistica "Improvisation". "Moondog Monologue" e' assai vicina alle partiture di Harry Partch ("Revelation" in particolare) e "Perpetual Motion" e "Duet" sono indistinguibili dai brani di Teiji Ito. Si fanno ancora notare il jazz orchestrale di "Up Broadway", l'atmosfera notturna di "Moondog's Theme" e le percussioni tribali di "Ray Malone Softshoe" e "Wildwood". Moondog e' un personaggio assolutamente da riscoprire. Le sue sperimentazioni seppur primitive, hanno gettato le basi per compositori come Wuorinen e per la new-wave elettronica dei Residents.